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L'Associazione

Il 27 aprile 1995 è nata l'associazione socio-culturale I MUNARIANI allo scopo di divulgare con ogni mezzo l'opera di Bruno Munari conferendo particolare risalto alla sua attività didattica rivolta soprattutto al mondo infantile.

Scopi dell'Associazione sono:

• realizzare un archivio per raccogliere il materiale informativo riguardante Bruno Munari e varie attività concernenti il mondo infantile.
• sollecitare l'attenzione di mass-media, scuole di tutti i gradi, musei, biblioteche, enti culturali, ludoteche, etc. sull'opera munariana mediante interviste, articoli, traduzioni, realizzazione di laboratori secondo il metodo didattico di Munari a cura dei suoi collaboratori, allestimento mostre - conferenze - dibattiti etc.
• mantenere viva l'attenzione dei mass-media stranieri mediante traduzioni di e su Bruno Munari e attraverso le manifestazioni di cui sopra.
• stampare un bollettino di aggiornamento, ricerca, scambio di informazioni per soci e simpatizzanti.
• illustrare altre culture, specialmente quella giapponese, affine alla sensibilità munariana.
• incentivare studi, ricerche, tesi su Bruno Munari.

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Chi siamo

VITTORIO MANGILI (con una sola elle: non è una grappa) o il moto perpetuo: non a caso è bersagliere, paracadutista, sub, appassionato di equitazione - forse per le sue origini ungheresi - i suoi amici lo chiamano da sempre acqua e vento. Nato a Milano, compiuti gli studi classici e studente del Politecnico, entrava in RAI (allora EIAR) nel giugno del 1945 dopo aver vinto un concorso annunciatori, unico assunto su 136 concorrenti. Cinque anni dopo superava il concorso bandito sempre dalla RAI per l'assunzione di radiocronisti e nel 1956 passava alla televisione. Nel 1960 veniva nominato inviato speciale, incarico che ha rivestito fino al 1987. In RAI dicevano che Mangili aveva il dono di trovarsi sempre dove stava per succedere qualcosa di grosso. Ha potuto così realizzare servizi in ogni parte del mondo (oltre 5000 servizi televisivi hanno portato la sua firma), partecipando con la collaborazione di operatori cinematografici tra i migliori della RAI-TV ad imprese rimaste uniche nel loro genere. Ha lasciato definitivamente la RAI nel 1991. Da allora collabora a riviste e realizza documentari televisivi. E' stato il primo telecronista italiano ad essere insignito del Microfono d'Argento (1956). Gli sono stati attribuiti: il Premio Fiuggi (1979), il Microfono d'Oro (1975), il Premiolino (1979), il Trofeo Italia Operante (1982), il Leone d'Oro - Trofeo Biennale di Venezia (1983), l'Ambrogino d'Oro (1986), il Premio Aerospaziale (1990), la Paul Harris Fellow (1990). E' Cavaliere del Lavoro e nell'ottobre del 2001 la Repubblica Ungherese gli ha conferito la Croce di Cavaliere al merito a ricordo del suo operato durante la rivolta di Budapest: ha girato l'unico filmato esistente al mondo, oggi conservato all'ONU. Ha pubblicato: Giappone spicciolo, Ediz. Vitalità; In lotta per un record, Dino Fabbri Editore; Raccomandato da Dio, Schena Editore.

CHANTAL ROSSATI, italo-francese, ha conseguito la maturità dopo il diploma di educatrice d'infanzia; operatore turistico e già interprete e traduttrice, si occupa dell'allestimento di mostre tematiche. L'officina di arti grafiche Lucini ha stampato due suoi libri d'arte, particolarmente rivolti all'infanzia, Quadrifogli & , con prefazione di Bruno Munari, Forme contro la routine, Respirare il cielo e Nouvelle cuisine. Ha realizzato numerosi libri con il piccolo editore Pulcinoelefante. Di continente in continente ha pubblicato un gran numero di articoli che illustrano le lunghe permanenze all'estero, dove ha svolto svariate attività, sempre attente ai problemi umani: dai lebbrosari in Spagna e Marocco ai Kibbuz in Israele, dagli Indios Xavantes e dai cercatori di diamanti in Mato Grosso ai campi di lavoro in Senegal, dall'Università della Pace in Belgio ai campi profughi del Libano, dall'Algeria fino a Hong Kong e al Giappone. Con le sue parole: "Prendo subito fuoco, anche se son fatta d'acqua. E di solitudine."

L'associazione raccoglie allievi e collaboratori di Bruno Munari, amici dell'artista e studiosi della sua opera, simpatizzanti delle più svariate provenienze. "Munariani", come notava Munari, indica una sorta di curiosa popolazione aliena, pacifica e variegata, colorata e fantasiosa, sparsa per il mondo per renderlo più leggero e variopinto.

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