La conoscenza e la pratica della cultura sistemica aumentano la consapevolezza restituendo libertà e dignità all'uomo. È come transitare da un mondo familiare ristretto e ripetitivo ad un mondo sconfinato, sconosciuto e creativo.

‘Guarire insieme’: la terapia familiare

Incontro con MARIA SERENA MASTRANGELO*



In un'epoca individualista, caratterizzata dalla difficoltà di condividere nell'intimità relazionale emozioni, sentimenti e vissuti, la terapia familiare gioca un ruolo centrale. Molti sono i bambini che hanno superato i loro disagi grazie a una psicoterapia finalizzata ad attivare tutti i loro affetti: genitori, fratelli, nonni...

Ma in cosa consiste l'approccio sistemico-relazionale?
Lo chiediamo alla dott.ssa Maria Serena Mastrangelo, psicologa e psicoterapeuta, docente di corsi di formazione e autrice di numerose pubblicazioni.

“In una ottica sistemico-relazionale, quando il componente di una famiglia ha un disagio bisogna sempre ricondurlo al funzionamento dell'intero sistema. Il terapeuta sistemico interviene riunendo l'intera famiglia: l'obiettivo non è quello di convocare un tribunale in cerca di colpevoli bensì di creare le condizioni per attivare tutte le risorse che ogni sistema possiede al suo interno, spesso nascoste o congelate nei momenti di crisi. Il terapeuta crea un'alleanza tra le parti sane del sistema per stimolare lo scioglimento di eventuali nodi comunicativi o evolutivi, come quelli correlati a momenti traumatici di separazione o di lutto”.

 






Qual è il tema centrale della teoria sistemica?

“Qualsiasi sistema, compresa la famiglia, è sempre maggiore della somma delle parti, qualcosa di unico, con una propria anima. Al centro c'è la relazione tra le parti e il tutto: tra il singolo e la famiglia, tra la famiglia e il contesto sociale di riferimento, tra la società e il pianeta che abitiamo, secondo un approccio ecologico. Anche la nostra mente, in quanto sistema, si costruisce attraverso le relazioni fondate su rapporti significativi con i genitori e i parenti più allargati ma anche con insegnanti, amici. Sul piano clinico, tale visione consente numerose applicazioni, come la terapia familiare, soprattutto con bambini e adolescenti, e la terapia di coppia. C'è sempre una connessione tra i problemi del singolo e il suo gruppo di riferimento o addirittura le generazioni precedenti. Basta applicare la metodologia scientifica e relazionale più adatta per sperimentare le grandi potenzialità curative di un sistema sull'individuo”.



 





CORSO BIENNALE di PSICOLOGIA RELAZIONALE

L'IPR, Istituto di Psicologia Relazionale, centro di ricerca, formazione e clinica con più sedi in Italia, diretto dal Prof. Luigi Baldascini, organizza corsi biennali introduttivi e di approfondimento per lo studio e la comprensione delle connessioni tra l'individuo e i suoi sistemi di appartenenza. “I corsi – spiega la dott.ssa Mastrangelo direttrice della sede IPR di Cesena – si rivolgono a quanti, provenienti da settori affini o diversi dalla psicologia, intendono conoscere e sperimentare i principi generali della psicologia relazionale attraverso un approccio di gruppo. Si svolgono nell'arco di due anni con incontri mensili di otto ore e prevedono un colloquio motivazionale prima dell'iscrizione”.

   


*MARIA SERENA MASTRANGELO psicologa - psicoteraupeta relazionale
Studio Viale Marconi 438, CESENA (FC) tel. 0547 303514 - www.iprnapoli.it

 

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